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Laura's avatar

Ciao Davide,

questa teoria dei piccoli passi la sento profondamente mia (è perfino parte della mia cover letter, per rappresentare una filosofia di vita, più che un metodo di lavoro). In Canada li chiamano" baby steps", i piccoli passi con cui i bambini imparano cose enormi, un pezzetto alla volta. Ed è un concetto che uso spesso con i miei bimbi, quando credono di non farcela (o pensano che sbagliare provando sia...sbagliato).

Il concetto che hai aggiunto tu, però, e che mi piace ancora di più è quello della progettualità a ritroso, del pensare a cosa possiamo fare (ciò su cui abbiamo controllo) per fare accadere qualcos'altro (ciò che desideriamo). E' vero: è essenziale uscire dall'abitudine del fare e passare a quella del pensare, del progettare, dell'interrogarci. Perchè il fare, fine a se stesso, è un ottimo anestetico: è perfetto per occupare il tempo, ma difficilmente ci fa progredire.

Grazie molte per questa riflessione, ti auguro una buona giornata.

Laura

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Davide's avatar

Ciao Laura, grazie mille per il commento.

Sì, hai ragione, FARE cose è importante, ma solo quando le cose che facciamo sono ragionate in modo da portarci più vicini ai nostri obiettivi. Come dici tu, spesso il fare è un alibi per farci percepire "azione", ma se non c'è un piano dietro, il rischio di perdere tempo è altissimo!

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