I momenti difficili vanno... ricordati
Perché ci aiutano a mettere le difficoltà del momento in prospettiva
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E ora… sotto coi contenuti!
🤔I momenti difficili vanno ricordati
#perceptionisreality
Le nostre vite sono fatte di una successione di momenti, di esperienze, di situazioni che ci troviamo a vivere e che hanno impatto sulle nostre emozioni, l’umore e gli stati d’animo.
Stati d’animo che, a loro volta, influenzano ciò che siamo e il modo in cui ci comportiamo con gli altri.
Qual è (si, ragazzi, qual è si scrive SENZA apostrofo, nonostante tutte volte in cui lo vedete scritto con su internet) il problema? Semplice.
Il problema è che non sono le situazioni che viviamo che determinano i nostri stati d’animo, ma il senso che noi diamo ad esse.
Un esempio: quando ci arrabbiamo con un collega per una questione di lavoro e finiamo con l’alzare la voce o dire cose che poi ci pentiamo di aver detto, nella maggior parte dei casi, non abbiamo perso le staffe perché siamo incredibilmente affezionati all’idea che stavamo cercando di sostenere, ma perché ci sentiamo attaccati dal collega che ha un’idea diversa e questo lede la nostra autostima e il nostro ego.
E fino a qui credo di non aver detto nulla di nuovo. Forse alcuni di voi non avevano realizzato quante delle litigate nelle quali si sono trovati non fossero legate all’oggetto della discussione, quanto invece fossero legate a loro stessi, a come si sentivano quando il loro interlocutore esprimeva dissenso rispetto al punto che stavano cercando di portare avanti.
Bene, facciamo un passo oltre.
I problemi vanno risolti a mente fredda
Come detto, spesso nella vita viviamo momenti difficili. Questi momenti possono essere causati da fattori esterni (la morte di un caro, la perdita di un lavoro, l’inflazione…) o da fattori interni (errori che abbiamo commesso, cose che abbiamo detto o fatto…).
Il senso che diamo a questi eventi ci fa stare male, ci fa mettere in discussione molte cose:
come farò ad arrivare alla fine del mese?
come pago il mutuo?
come faccio a farmi perdonare da X?
Quando faccio coaching e incontro questo tipo di situazioni con i ragazzi e le ragazze che aiuto, la cosa che spesso suggerisco di fare è raggiungere uno stato di distacco emozionale dal problema e mettersi a valutare tutte le opzioni sul tavolo andando poi a creare un piano per risolvere il problema (poi, ovviamente, nel coaching aiuto a definire questo piano nel concreto, aiuto a creare gli steps e durante le varie call tracciamo il progresso, applichiamo correttivi etc…).
Quindi, nei momenti difficili, dobbiamo stare calmi, essere razionali, fare un piano e poi eseguirlo, applicando correttivi se necessario.
Ma c’è di più.
Il dolore superato non va sprecato
Mi vengono in mente due citazioni, una è di Winston Churchill e una è di Sam Harris.
Quella di Churchill è
Quella di Sam Harris è un attimo più complessa. L’altro giorno stavo ascoltando una meditazione tramite l’app Waking Up (recensita in una precedente newsletter che trovate qui) e diceva
concentrati su una situazione che ti fa sentire male e osserva quella sensazione come se fosse un oggetto.
Ora, come vi dicevo, la meditazione è una cosa che va fatta per gradi quindi, se non avete fatto il corso di Sam Harris, vi potrà sembrare strano. Ma fidatevi e seguitemi.
Harris dice di provare a vedere che il fatto di stare male in una data situazione è, di fatto, una scelta nostra. Scelta che facciamo, purtroppo in modo inconsapevole.
Non è il collega che ti fa arrabbiare, sei tu che decidi di reagire con rabbia ai suoi comportamenti.
Mia figlia rovescia l’acqua? Mi arrabbio.
Voi direte “certo che ti arrabbi”, e anche io, a volte. Invece quando penso, quando riesco ad essere consapevole delle mie reazioni, quando LE OSSERVO (come insegna Harris) penso che è normale per una bambina di 18 mesi giocare con l’acqua, non sa che rovesciarla è sbagliato e, se proprio vogliamo essere oggettivi, è colpa mia se non sono riuscito ad insegnarle che non si fa quindi… CHE DIAVOLO ME LA PRENDO CON LEI A FARE?
Il dolore quindi… non va sprecato
Arriviamo al punto che volevo condividere con voi ma che era importante contestualizzare bene a livello psicologico.
Quando vivete una situazione difficile dovete fare 3 cose
analizzarne in modo oggettivo e distaccato le cause e capire perché siete in questa situazione
definire un piano di azione che vada ad agire sulle cause, non sugli effetti, del problema che state affrontando
eseguire il piano e applicare correttivi se necessario
Ma c’è di più.
Quando avete risolto il problema, quando siete usciti dalla situazione che vi faceva stare male, dovete RICORDARLA.
Dovere cercare di imprimere nella vostra testa tutte le brutte sensazioni che avete provato.
E voi direte “sei masochista? prima mi dimentico il male e meglio è!”.
E invece no, per 2 motivi
se vi ricordate il dolore è molto probabile che non commettere più gli errori che vi hanno portato a provare quel dolore (ovvio)
quel dolore vi servirà a mettere ogni altra situazione difficile che vi troverete ad affrontare in prospettiva. (meno ovvio)
Un esempio?
Nella mia carriera ho vissuto diversi momenti “difficili”, momenti in cui dubitavo di me stesso, di avere le capacità che servivano per vincere le sfide che avevo davanti, di potercela "fare”.
In quei momenti mi è sempre servito pensare alla crisi precedente… perché da quella sono uscito, perché quando ero in quella crisi pensavo che fosse tutto finito e invece… e invece era passata, IO L’AVEVO FATTA PASSARE, e ora magari mi stavo lamentando di una cosa infinitamente più semplice in confronto, ma il mio cervello in quel momento la proiettava come enorme e insuperabile.
Perché il cervello è bastardo: è programmato per DIMENTICARE il dolore (esempio famoso: il dolore del parto viene rimosso così che la donna non abbia un disincentivo a fare altri figli… Darwin docet).
Il dolore dobbiamo RICORDARLO, BENE, e USARE QUEL RICORDO per affrontare con maggior serenità il problema che abbiamo davanti in questo momento.
🎥🎧I contenuti della settimana
La mia intervista per Radio Adige TV in cui parlo di Office of Cards :)
Il modo CERTO per raggiungere grandi risultati (YouTube video)
L’intervista a Martino Ghielmi di VadoInAfrica (blog, apple e spotify)
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