Se sei un "lamentone", non leggere questa newsletter
Ovvero, uscire dal complaint loop e passare alla modalità "ruthless problem solver"
Come stai? Spero davvero che tutto stia andando alla grande 🙌
Come sempre, inizio coi “promemoria”.
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2- Se invece non sei iscritto e hai ricevuto questa newsletter (vedi punto sopra), iscriviti!
Ho da poco deciso di rendere gratuiti gli archivi di tutto quello che ho scritto, se hai scoperto questa newsletter da poco vai a vedere quelle vecchie, sono contenuti “timeless” quindi sempre attuali e sempre utili 🤓
Pronti? Sotto coi contenuti!
PS: Se rispondi a questa email sappi che IO LEGGO TUTTO, ma non è detto che riesca a rispondere a tutti (o comunque non sempre in tempi brevi), porta pazienza.
Come evitare di essere un “lamentone”
Spero che il titolo di questa newsletter sia abbastanza chiaro, ma lo ripeto comunque: se sei il tipo di persona a cui piace lamentarsi, che vede il mondo negativamente, che pensa che la maggior parte dei problemi non abbia soluzione... allora meglio se smetti di leggere ora perché qui parliamo di SOLUZIONI e di COSA FARE quando qualcosa nella tua vita non va. 😊
Sintesi
Se pensi di avere un problema, prenditi un minuto per capire se è reale o se è solo una percezione nella tua testa
Se il problema è reale, non vederlo come un problema ma come un'opportunità per crescere e imparare
Distaccati, prova a osservarlo con oggettività e analizza la situazione da un punto di vista esterno
Raccogli tutte le informazioni necessarie, scopri cosa ti manca per affrontarlo e colma le lacune
Pensa sempre in termini di soluzioni, trasformando anche lo scenario peggiore in un'opportunità di apprendimento
Chiedi aiuto, ma fallo in modo costruttivo
Scrivi tutto: il processo, i progressi e le lezioni apprese
Quando ti senti bloccato, ricorda: fare qualcosa è sempre meglio che restare fermo
BASTA LAMENTELE, PER FAVORE!
La vita, il lavoro, le relazioni… sono pieni di problemi. Ed è una cosa fantastica!
La maggior parte delle persone si lamenta continuamente dei problemi, sia con sè stessi che con gli altri: problemi di coppia, al lavoro, l’auto che si rompe, il conto in rosso... Ma spesso la dinamica non è “ho un problema quindi mi lamento”, bensì “voglio lamentarmi quindi trovo un problema”.
Per alcuni tutto diventa un problema, e ogni interazione sociale è un’occasione per piangersi addosso e far sapere al mondo quanto la loro vita sia dura. Non sono uno psicologo, ma in base alle persone che conosco, questo comportamento deriva da due motivi principali:
Bassa autostima. Chi si lamenta spesso lo fa per cercare attenzione e compassione dagli altri, che servono a placare un ego insicuro.
Voglia di essere al centro dell’attenzione. Condividere un problema è un modo efficace per accaparrarsi il palco (e magari ti sarà capitato di parlare di un problema tuo e sentirti rispondere da chi “ne ha uno peggiore”).
Spesso è un comportamento inconscio, e chi si lamenta non si rende neanche conto di farlo.
Nel mio libro Office of Cards spiego come per molte persone, e sicuramente per chi si lamenta, #PerceptionIsReality. Non importa se il problema sia reale o meno: per loro è reale quanto uno schiaffo in faccia, e agiscono di conseguenza.
DUE PUNTI IMPORTANTI:
Hai amici che si lamentano sempre? Agisci subito: diglielo in modo costruttivo, così che possano migliorare, oppure considera seriamente se valga la pena continuare a passare tempo con loro. Le lamentele costanti prosciugano anche le persone più positive, è come una forza gravitazionale: più ne senti, più perdi energia e buonumore.
Pensi di essere tu il lamentone? Devi agire subito. Ascolta le tue conversazioni: ti stai lamentando? Se sì, fallo in modo costruttivo (ne parliamo più avanti). Se invece ti accorgi che lo fai in modo sterile, fermati: le persone potrebbero iniziare a evitarti. Perché? Perché nessuno vuole un compagno di viaggio che si lamenta continuamente delle code, nella temperatura dell’aria condizionata o delle tasse.
COME AFFRONTARE I PROBLEMI REALI
Se togliamo di mezzo i problemi “percepiti”, ci rimangono quelli veri, ed è qui che dobbiamo agire. Come dice Tony Robbins:
"Ogni problema è un regalo. Senza problemi, non potremmo crescere."
Ecco il mio approccio:
1. Cambia prospettiva
Non vedere il problema come un ostacolo, ma come un’opportunità per imparare. Ogni problema è una situazione che non sai ancora come gestire, ma se trovi il modo di affrontarla, quella conoscenza ti servirà anche in futuro. Ogni problema risolto ti rende più forte.
2. Distaccati
Per affrontare un problema servono lucidità e obiettività e, per ottenerle, devi distaccarti dalle emozioni. Essere sopraffatti dalla paura, dall’ansia o dalla rabbia non ti permette di valutare il problema in modo chiaro. Fai respiri profondi, cammina, parla con qualcuno, ma resta freddo.
3. Raccogli informazioni
Spesso non sappiamo affrontare un problema perché ci mancano informazioni. Ogni nuovo problema è un’opportunità per imparare qualcosa di nuovo quindi cerca di identificare quali sono le informazioni che non hai e imparale, quella conoscenza resterà tua per sempre (e sarà quindi un altro tool nella tua cassetta per i problemi che affronterai in futuro).
4. Pensa alle soluzioni
Sii orientato alla soluzione. Anche se fallisci, imparerai qualcosa di utile. Chiediti sempre perché è andata così, e scrivi le tue riflessioni.
5. Chiedi aiuto… ma con criterio
Non chiedere subito aiuto: prova prima da solo. Quando chiedi, proponi almeno due soluzioni a cui hai pensato. Mostrerai rispetto per il tempo degli altri e favorirai una discussione costruttiva.
Però. non andare a caso: l’ordine è importante. Prima devi avere un atteggiamento positivo e distaccato, poi raccogliere informazioni e idee, poi pensare a qualche soluzione e poi chiedere aiuto se da solo non riesci. Non partire dall’ultima solo perché è quella più comoda perché, così facendo, non imparerai mai a cavartela da solo.
E QUANDO TI SENTI BLOCCATO…
… fai qualcosa! Qualsiasi cosa è meglio di stare fermi. L’azione genera energia, e l’energia attira persone positive. La stasi, invece, alimenta l’inerzia.
Ricorda: i leader sono quelli che agiscono. I manager pensano e poi delegano, i leader fanno. E la gente segue i leader. 😊
E se proprio sei all’ultima spiaggia e non sai che pesci pigliare, guarda questo video di Jocko Willink qui. Sono 3 minuti che possono davvero cambiare il tuo approccio ai problemi.
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