Se puoi sognarlo puoi farlo... sì, col cavolo!
Ovvero: i sogni sono una delle componenti del successo
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Offro lavoro…
Chi mi segue da un po’ lo sa, io sono sempre alla ricerca di nuovi modi per offrire valore al mio network.
Oggi vorrei provare un approccio innovativo per connettere persone di talento con la opportunità professionali interessanti.
Durante la mia carriera, ho avuto la fortuna di lavorare con alcuni dei nomi più blasonati in campo tecnologico, come eBay, PayPal, Booking.com... per citarne alcuni.
Molte di queste opportunità sono nate grazie a semplici "introduzioni", uno che dice a un altro “secondo me dovresti parlare con Davide”.
Oggi voglio provare a fare la stessa cosa, ma su larga scala.
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Se puoi sognarlo, puoi farlo…
Avrete letto questa frase mille volte: “se puoi sognarlo, puoi farlo”.
O magari avete letto “the secret” e la teoria dell’attrazione (se desiderate fortemente trovare parcheggio proprio di fronte al ristorante quando piove, magicamente questo si libererà).
Good luck with that, direbbero gli inglesi.
Il lavoro/ruolo/casa/whatever dei sogni
Avere dei sogni (in questo caso inteso come visioni a cui tendere nel nostro futuro, non come proiezioni dell’inconscio mentre dormiamo) è importante, anzi, è fondamentale.
I sogni rappresentano 2 cose:
visioni: ovvero COSA vorremmo
desideri: ovvero come ci sentiremo quando avremo quello che abbiamo visualizzato
Per dire che se hai un sogno puoi realizzarlo mancano un po’ di pezzi, non pensate?
La prima grave mancanza è il PERCHÉ una cosa è importante per voi.
Tutti sognano di avere più soldi, più tempo, più amici, più… ma pochi si chiedono “per cosa”?
Cosa faresti con più soldi? Comprerei una casa più grande.
Cosa faresti con una casa più grande? Vivrei più comodo con la mia famiglia.
E perché questo è importante? Perché avere più spazio significa stare più comodi.
E in che modo più spazio ti rende più felice di oggi? Beh…
Esempio pratico di come uno vuole una cosa per un motivo generico, spesso dettato più da pressioni sociali esterne che da reale bisogno intrinseco (io ho vissuto in case da 28mq e case da 200 e passa - e tutto quello che c’è in mezzo - e vi garantisco che il ritorno marginale del mq cala drasticamente dopo gli 80/100mq, ovvero dopo il 2o bagno 🚽).
Idem per lo stipendio: tra 1000 e 2000 euro al mese cambia il mondo, tra 9 e 10 mila praticamente non te ne accorgi.
Cosa significa questo? Che se non ti chiedi perché stai inseguendo un certo obiettivo rischi di condannarti ad una perenne insoddisfazione perché, quando lo raggiungi, la tua vita non cambia in modo significativo o percettibile.
Quindi, rispetto al sogno, dobbiamo andare un passo upstream e chiederci perché lo abbiamo.
Il modo migliore per farlo è rispondere al filotto di domande che ho fatto prima: cosa fai se hai 2000 al mese invece che 1000? come li spenderesti? come si sentiresti a poterti permettere una cena fuori al mese in più rispetto ad ora? in che modo questo ti permetterebbe di essere più felice?
E farlo per iscritto, NON BARATE.
Attenti quando date potere alle cose materiali perché state facendo come Sauron: mettete tutto nell’anello, un Isildur a caso vi taglia il dito con una spada rotta e siete fregati.
Meglio è quando le cose che vi rendono felici e appagate sono dentro di voi o sono intangibili (come ad esempio famiglia e amici).
Ma torniamo a noi, ora abbiamo un sogno (il cosa) e il suo perché, quindi siamo convinti che quei 1000 euro al mese o quei 30mq in più ci renderanno felici.
Un piano
A questo punto abbiamo una mappa con il punto A, ovvero dove siamo noi oggi, e il punto B, ovvero il nostro sogno, la destinazione, il luogo in cui vogliamo arrivare.
Manca il piano, il percorso da seguire, la strategia e la tattica che ci porteranno al punto B.
Qui è dove dobbiamo cedere il controllo dalla parte emotiva a quella razionale e cercare di fare un percorso a ritroso dal punto B al punto A (molto più facile che andare avanti da A a B).
Restiamo nell’esempio dello stipendio: partiamo da 1000 e vogliamo 2000.
Cosa deve essere vero perché voi possiate meritare 2000 euro al mese?
Magari un aumento di responsabilità presso il vostro datore di lavoro. Allora dovete capire se c’è margine per avere questa promozione.
Oppure un cambio di geografia (a parità di mansione, gli stipendi in molti paesi sono più alti che in Italia… poi però occhio che in alcuni casi aumentano anche i costi).
Oppure cambiare azienda (spesso quando si cambia ci sono aumenti, anche se raramente fate il raddoppio).
Oppure cambiare settore, e allora devo fare un corso per acquisire competenze che non ho ed essere credibile ai colloqui.
Ci sono diverse opzioni che posso percorrere per avvicinarmi al punto B e hanno tutte una cosa in comune: DEVO FARE QUALCOSA IO.
Certo, in molti casi ciò che devo fare io non basta, ci sono poi altri tasselli, ma in tutti i casi se io non faccio niente la probabilità che accada qualcosa che mi porta a 2000 euro al mese è quasi 0.
Quindi, secondo tassello, ci serve un piano, una strategia, opzioni.
Dobbiamo parlare con gente, cercare coach, amici, colleghi… dobbiamo raccogliere info che ci aiutino a vedere la nostra situazione con occhi diversi, gli occhi di uno che già 2000 euro li prende, e capire cosa hanno loro che noi non abbiamo.
Il confronto e lo stimolo di persone che hanno quello che noi pensiamo di volere è importante per 2 motivi:
Validazione: parlando con loro capiremo se realmente la cosa che vogliamo ci darà quello che pensiamo e, quindi, ci renderà felici.
Un percorso: Se vuoi imparare un mestiere, siediti accanto a uno che lo sa fare e osserva, poi copia, poi diventa esperto, poi mettici del tuo, poi ripeti all’infinito finché non hai capito perfettamente. E qui stiamo dicendo proprio questo: vai da uno che ha già risolto il problema che stai cercando di risolvere e chiedigli come ha fatto.
Manca poi un ultimo pezzo.
The missing piece
Fin qui so di non aver detto nulla di sconvolgente anche se spero che il framework che vi ho presentato abbia aggiunto qualcosa di valore, anceh fosse solo chiarezza.
Hai un sogno. Bene.
Hai capito perché quella cosa è importante per te e in che modo ti renderà felice. Bene.
Hai un piano per raggiungerlo. Ottimo.
Ora devi “solo” ESEGUIRE.
E per farlo serve una sola cosa: DISCIPLINA.
Eh sì, il primo giorno di dieta è facile.
Il primo giorno di palestra… fatica certo, ma pensi di poter spaccare il mondo.
Ma poi arriva la fame. Ma poi arriva il male ai muscoli. Ma poi arriva whatever che mette in discussione la tua risoluzione… e lì cadi vittima della regression to the mean, in cui torni dov’eri, al COMFORT di quello che sai, il COMFORT delle abitudini consolidate… ovvero, spiace dirlo, il comfort della mediocrità.
Se non fai cose diverse da quelle che hai sempre fatto non puoi ottenere nulla di diverso da quello che hai sempre ottenuto (non ci provo nemmeno a cercare l’attribution perché questa frase l’avranno detta 1000 persone).
La disciplina non si fabbrica, la disciplina non è come la motivazione che “aspetti che arrivi e poi ti metti a lavorare”.
La disciplina significa, come diceva una nota pubblicità Nike, “just do it”.
La voglia che non c’è, il tempo che è sempre poco, la vita che ci complica i piani… sono parte del gioco, parte del gioco che spesso frega anche le persone più risolute.
Io la vedo così: è vero che frega, MA NON ME. Frega gli altri, e io intanto spingo così mi avvantaggio. E più io spingo e più loro non lo fanno, più vantaggio ho… e alla fine vediamo chi vince!
Due consigli pratici, come da “stile della casa”:
Quando state cercando di fare cose diverse solito, c’è frizione. Prevenitela e toglietela. Vuoi andare in palestra la mattina? Bene, non limitarti a mettere la sveglia alle 6, ma mettila dove per spegnerla devi alzarti, mettila ad alto volume, prepara tutti i vestiti in bagno vicino al lavandino, la borsa, le chiavi, tutto deve essere GIÀ pronto. Non devi pensare perché se pensi pensi che il letto sia meglio di 50 minuti di cardio. E 99 persone su 100 sarebbero d’accordo con te. Ma tu sei l’1, non i 99.
Anche quando avete risoluzioni DI FERRO, capita l’inghippo. Capita di avere poco tempo, di farsi male, di avere qualche intoppo e non poter eseguire il piano. Bene, quando siete lucidi e tranquilli, scrivete cosa farete quando capita l’inghippo. Esempio: io ho preparato una sessione di workout da 15 minuti. Non è inserita in nessuno dei miei piani di allenamento, ma a volte capita di non alzarmi, capita di dover portare le bambine a scuola, capita di essere in viaggio… e quindi? Sarebbe facile usare queste come “scuse” e dire “oggi salto”. Certo, per i 99 è facile ed è proprio quello che fanno. Io no, io sono l’1. Io ho il piano B, l’ho scritto IO per i casi di emergenza e, quando capitano, lo eseguo. E se l’ho fatto io lo puoi fare anche tu.
One more thing
Ok non sono Steve Jobs ma questa meritava la citazione.
Hai il sogno, il perché, il piano, la disciplina, i piani da eseguire quando succedono inghippi… tutto perfetto.
Ma ogni tanto devi alzare la testa e vedere se i progressi che stai andando ti stanno portando nella direzione giusta.
Se è quella giusta, bene. Avrete una scarica di dopamina che vi spingerà a dare ancora di più.
Se è quella sbagliata, bene. Avete fatto progressi, imparato cose, siete cresciuti… e ora aggiustate il tiro con quello che avete imparato per correggere la rotta e procedere decisi verso l’obiettivo.
Questo è il motivo per cui ho dedicato un terzo (oltre 3 ore di roba) del mio videocorso sulla produttività e la gestione ottimale del tempo ai sistemi di controllo, ovvero a metodi per essere sicuri di essere sulla strada giusta.
Se non l’avete ancora visto, lo trovate qui.
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