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Ricorda: La newsletter è gratis e troverai tutte le pubblicazioni degli ultimi 3 mesi libere per la consultazione. Quelle più vecchie richiedono invece un piccolo contributo per supportare il mio lavoro di divulgazione. L’idea di lasciarne sempre almeno 12 libere è proprio quella di poter dare a tutti modo di capire se questo contenuto piace o no, così da poter decidere se l’investimento vale la pena 🤓
Ho un paio di annunci brevissimi e poi… sotto coi contenuti!
PS: Se rispondi a questa email sappi che IO LEGGO TUTTO, ma non è detto che riesca a rispondere a tutti (o comunque non sempre in tempi brevi), porta pazienza.
Webinar alert!
Udite! Udite! Sto Organizzando un webinar con Davide Benaroio, PM, Autore di una Newsletter davvero ben scritta e creatore del Life Design Program, con riflessioni interessanti sulla vita, sul lavoro, sul remote working… e foto davvero molto belle :)
L’idea era di confrontarci su un tema SCELTO DA VOI, come ad esempio la produttività, come cercare lavoro, come lanciare una side gig… e fare un webinar interattivo (ovvero con materiali preparati da noi ma con la possibilità di fare domande e interagire).
Se siete interessati a questo progetto compilate questo breve form così posso creare una lista di distribuzione separata e non spammare tutti.
Promo Videocorso IperProduttività
Ve la faccio semplice: i feedback che ho ricevuto sul videocorso da parte di chi l’ha fatto sono davvero eccezionali.
Pensate che anche persone che conoscevano i temi che tratto e che già vivono vite MOLTO ottimizzate mi hanno detto che il corso valeva il prezzo perché ha dato struttura al loro approccio :)
Quindi ho deciso di fare una cosa FOLLE per farvi iniziare il 2024 all’insegna della produttività.
Per chi compra il videocorso nel mese di Gennaio 2024… scatta la promo SODDISFATTI O RIMBORSATI.
Come funziona?
Semplice: se acquistate il videocorso entro il 31/1, LO FATE (la condizione è che, tramite il tool che uso per venderlo, io possa vedere che avete fatto tutte le lezioni) e non vi piace o non lo trovate utile, scrivete a davide@officeofcards.com e vi ridò i soldi.
Non vi dico “no questions asked” perché 2 domande per capire cosa non vi è piaciuto ve le faccio, ma i soldi ve li ridò tutti senza battere ciglio :)
L’idea dietro questa promo è semplice: tutti quelli che lo hanno fatto ritengono che siano soldi ben spesi e che si recuperino in poco tempo applicando le cose che si imparano nel corso. Ma mi rendo conto che il prezzo non è basso e che quindi dovete avere molta fiducia sul valore che trarrete dal corso.
Bene, problem solved: lo comprate, lo fate e se non trovate valore vi ridò i soldi (e il corso l’avete fato lo stesso).
Non aspettate, il beneficio del corso è immediato e ve lo portate avanti per tutta vita!
La mia domanda preferita ai colloqui
Amo il processo di selezione del personale; come manager, credo che sia uno dei modi migliori in cui posso servire al meglio l'azienda, attirando (prima) e assumendo (poi) i migliori talenti che ci sono sul mercato. La sensazione di scoprire persone eccezionali, la soddisfazione di aiutare il mio datore di lavoro e il candidato a trovare una corrispondenza perfetta che aggiunga valore a entrambe le parti è davvero gratificante.
Nel tempo ho sviluppato il mio set di domande per i colloqui, basandomi su articoli che ho letto, podcast che ho ascoltato, libri, pratica, interviste in cui sono stato io il candidato… è un processo che continua a evolversi. Ma ci sono 2 domande alle quali torno sempre, perché credo che siano un indicatore chiave di aspetti che ho visto correlare molto bene con prestazioni eccezionali: la visione e la passione.
Per visione, nel contesto di un colloquio, intendo la visione che i candidati hanno del loro futuro. Hanno riflettuto su perché hanno presentato domanda per questo lavoro? Come questo contribuirà al raggiungimento dei loro obiettivi a lungo termine? Hanno mai pensato ai loro obiettivi a lungo termine? Una buona risposta a queste domande richiede molta preparazione e autoconsapevolezza (#BePrepared).
Per passione, intendo cosa guida le loro vite quando non stanno lavorando, cosa amano (ho scritto AMANO, non che gli piace… deve essere un rapporto viscerale) fare quando hanno 10 minuti liberi, dove spendono la maggior parte dei loro soldi. Sorprendentemente, questo NON è ciò che i candidati scrivono nella sezione "hobby" dei loro curriculum.
In Office of Cards, nel capitolo Office Extras alla fine del libro, ho descritto il mio approccio su come trovare un nuovo lavoro, scomponendo l'intero processo in elementi fondamentali per aiutare chi ha poca pratica. Inoltre, nel Capitolo 3, ho descritto un approccio per scoprire cosa si vuole (la “bussola del lavoro”) e aiutare chiunque a costruire la propria visione.
Oggi voglio concentrarmi su questo, la visione, sperando di essere utile sia a chi sta cercando lavoro e deve fare colloqui, che a hiring managers che stanno cercando persone eccezionali per i loro teams.
In un colloquio io voglio scoprire 3 cose:
IL COSA: il candidato ha chiaro quale sia il suo obiettivo a lungo termine?
IL PERCHÉ: il candidato ha riflettuto su perché questo lavoro lo aiuterà a raggiungere il suo obiettivo a termine?
IL COME: il candidato può "vendere" la sua visione convincendomi che ha riflettuto profondamente su ciò che sta dicendo e che non lo sta dicendo solo per compiacermi?
Perché è importante?
Penso che questo sia un aspetto chiave per il successo nelle grandi organizzazioni perché in qualche misura, e più si sale nella gerarchia aziendale più questo diventa vero, per vincere devi essere in grado di vendere le tue idee, raccontare una storia in modo convincente, diventare un MAESTRO della Vendita di Idee (che incidentalmente è il titolo del Capitolo 10 di Office of Cards). Quindi, in questa fase, voglio vedere se il candidato ha una visione di sé stesso e se è in grado di articolarla in modo chiaro, in modo che io possa capirla e, idealmente, supportarla. Questa visione inizia, in questo contesto, con il motivo per cui sono qui a fare questo colloquio, ovvero perché pensano che questo lavoro sia una pietra miliare per avvicinarli a quella visione. Dà loro le competenze di cui hanno bisogno? Li porta nel settore in cui amano lavorare? Potrebbero esserci un milione di motivi, ma come intervistatore cerco qualcosa di "personale" nella “reason why” per cui questo lavoro in questa azienda ha senso per loro ora (rispetto al solito "oh, questo marchio è così fantastico; voglio lavorare per il leader nell'industria XYZ…").
Come scopro qual è la loro visione?
Questo parte da un'esperienza che ho avuto come candidato nel 2015. Di solito, durante i colloqui, le persone fanno la domanda: dove ti vedi tra 5 anni? O 10? Queste domande sono fatte per capire che tipo di carriera il candidato vorrebbe avere. Vogliono diventare maestri del loro mestiere? Vogliono gestire persone? Vogliono possedere le proprie aziende? È una buona domanda e serve a capire bene l'atteggiamento che il candidato ha nei confronti della sua carriera a breve termine. Ma non è una visione.
Nel 2015 ho affrontato un processo di selezione molto dettagliato, con un totale di 9 colloqui e un'offerta che, alla fine, ho rifiutato. Ma il processo è stato fantastico, ogni intervistatore costruiva sulle interviste precedenti, avevo l'impressione che ognuno di loro usasse la nostra chiacchierata per aggiungere un pezzo in più del puzzle che stava mettendo insieme su di me. Non ho mai sperimentato così tanta maestria nell'orchestrare 9 (nove!) colloqui. Non ho mai dovuto ripetere una sola cosa, che è difficile da credere, ma è vero.
Durante uno dei primi colloqui, la persona delle risorse umane mi ha colto alla sprovvista con questa domanda: dove ti vedi tra 20 anni? 20. Anni.
Wow. Non avevo mai pensato così lontano. Tra 20 anni avrò 55 anni, ho pensato. Nel mio modo di vedere il mondo, quello è ciò che definisco "vecchio". Ho chiesto un minuto per raccogliere le idee perché onestamente non avevo mai riflettuto su un orizzonte così lungo. Ero al telefono, in una stanza vuota, ho chiuso gli occhi e ho cercato di proiettarmi lì, pensando a mio padre quando aveva 55 anni, cosa faceva allora, se era felice… e, in modo completamente inaspettato, la mia bocca ha detto queste parole: "Voglio gestire un ristorante".
Sì, questo "capo dell'analisi, dei big data, della tecnologia, consulente, autore, coach, bla bla bla…", vuole possedere un ristorante. La recruiter ha detto "interessante, perché?". Quindi, le ho sinceramente detto "non so come sia uscito, suppongo che abbia a che fare con la mia passione per il cibo e il vino, adoro ospitare persone e renderle felici tramite ciò che cucino, per le mie radici italiane (in Italia il cibo ha un significato sociale molto importante)". Questo è stato l'inizio di una chiacchierata di 15 minuti sui motivi per cui questo era davvero il lavoro in cui mi sarei visto 20 anni dopo. Ho persino pensato a quale tipo di cibo avrei voluto servire, che tipo di arredamento mi sarebbe piaciuto avere, la carta dei vini… E, indovinate un po', oggi che di anni ne ho 43 posso dire che quello è ancora il goal per i miei 55 (forse prima, ma vedremo) 🙂
Quello che fa riflettere è che i componenti di quella visione erano già tutti dentro di me, semplicemente non ci avevo mai pensato perché non avevo mai dovuto farlo, non avevo mai messo insieme i pezzi in modo così chiaro.
Fatto divertente: ho poi avuto un altro colloquio fantastico con una persona di alto livello in questa azienda e ho menzionato questo aneddoto, e lui ha detto "bene, il mio sogno è gestire una casa vacanze, forse possiamo unire le forze un giorno, tu fai il cibo e io mi occupo dell'alloggio". Fantastico!
Un processo di selezione ben fatto dovrebbe sembrare, per il candidato, come un processo di auto-scoperta, dove scopre cose di sé stesso, cosa vuole, dove sta andando e come questo lavoro lo/la aiuterà ad arrivarci. Idealmente, questa scoperta avviene PRIMA di applicare a un lavoro, o magari quando ci si prepara per il colloquio, non DURANTE, perché ogni esperienza lavorativa è un pezzo del puzzle della nostra vita che stiamo mettendo insieme, e fare un puzzle senza sapere che immagine stai costruendo è molto difficile.
Nota bene: nel tempo, la visione può (e dovrebbe) cambiare. Nella vita succedono cose, le priorità cambiano e quindi è molto importante, almeno una volta l’anno, valutare se la visione che sta guidando le tue decisioni di carriera è ancora la stessa o se è cambiata. Se è cambiata, nessun problema, inizia a pensare a cosa fare per avvicinarti al nuovo obiettivo. Di questo parlo nel dettaglio, spiegando come fare e come applicare processi per verificare se stiamo andando nella direzione giusta, nel videocorso IperProduttvità (ricordo che avete la promo soddisfatti o rimborsati per tutto Gennaio 2024!).
Da quell’episodio, ho iniziato a fare questa domanda anche io durante i colloqui, ma mancava qualcosa. Chiedere una data specifica (20 anni) mette le persone nella difficile situazione di pensare a che età saranno e poi fare essenzialmente quello che ho fatto io, sul momento. Non è facile se non hai una visione, e la maggior parte delle persone non ce l'ha. Così ho cambiato un po' e sono arrivato a questa versione della domanda:
"Cosa vorresti aver realizzato quando vai in pensione?"
Questa è una versione potenziata che ha dato risultati molto migliori.
La pensione è una scelta, non una data, quindi alcune persone penseranno a 65 anni, ma ho avuto candidati (i migliori) che hanno detto "Voglio andare in pensione a 50 anni". Quando ho chiesto perché, ovviamente, si sono lanciati in un loro monologo di 15 minuti sul perché, che è fantastico perché avevano una visione super chiara. Anche tra coloro che pensano in termini di 65 anni come età "naturale" di pensionamento, trovi i migliori candidati che non si siedono e aspettano che arrivi, ma hanno visioni chiare su come (e quando) vogliono arrivarci;
qui parliamo di cosa hai fatto nella tua vita. Cosa vuoi che le persone sappiano di te? Molti dicono che vorrebbero andare in pensione da CEO, ma è una risposta vuota. Non è un traguardo, è solo un job title. COSA vuoi che le persone associno al tuo nome? Alcuni candidati, sempre i migliori, danno risposte sulla loro vita a 360 gradi, dicendo cose tipo "dal punto di vista professionale, XYZ; dal punto di vista personale, XYZ; dal punto di vista familiare... oh, e voglio andare a vivere in Brasile". La cosa bella è che di solito hanno dei PERCHÉ chiari alla base di ogni affermazione**,** il che mi fa capire che hanno una visione chiara.
Quando un candidato 1- ha una visione così chiara e 2- riesce ad articolarla in modo chiaro, come causa-effetto, di solito ha la stessa capacità di vendere idee e intuizioni e, spesso, è assertivo, ha carisma e capacità di influenzare le persone, cosa che li aiuta a far diventare le loro visioni una realtà. E questo è uno dei componenti chiave per vincere nelle grandi aziende. Questo è il motivo per cui amo questa domanda e questo è il motivo per cui, quando ho dubbi su un candidato, torno sempre a questa domanda perché se si comportano bene qui, di solito il resto segue.
Unico caveat che darei è che questa domanda può dare falsi negativi se fatta a giovani sotti i 30 anni, perché oggettivamente per loro la pensione è un concetto così lontano che avere una vision è davvero difficile… ma chi risponde bene qui di norma è una superstar 🙂
E voi? quali sono le vostre domande preferite? Quali sono stati i processi di selezione migliori ai quali avete partecipato?
Buon hiring e buon interviewing a tutti!
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