Benvenuto/a alla newsletter di Office of Cards, un piccolo aiuto settimanale per aiutarti a vivere meglio e ad essere più produttivo/a.
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E ora… sotto coi contenuti!
PS: Se rispondi a questa email sappi che IO LEGGO TUTTO, ma non è detto che riesca a rispondere a tutti (o comunque non sempre in tempi brevi), porta pazienza.
Annuncio LIVE: Protocollo longevità
Una delle domande che ricevo più spesso in assoluto, sia dal vivo che sui vari social, è “MA TU COME FAI!?!?!”.
E il riferimento è sempre alle mie routines di biohacking e ottimizzazione di alimentazione, sonno, esercizio fisico e cura della mente per essere al top ogni giorno… e puntare a vivere il più a lungo possibile restando il più sano possibile.
Motivo per cui ho deciso di condividere il mio protocollo, per intero, giovedì 8 Maggio alle 20, in una LIVE interattiva per i membri dell’Office of Cards Club.
Sia chiaro, non sono medico, ma un praticante.
Condividerò quindi il mio approccio basandomi su quello che dicono i medici e la scienza, ma chiarendo che le cose che faccio funzionano PER ME. Ognuno è diverso e quindi può benissimo essere che quello che va bene a me ad altri non vada bene, ma credo sia comunque un buon punto di partenza per molti.
E, come sempre, condividerò non solo COSA faccio, ma anche COME riesco a infilare good habits nella vita di tutti i giorni, quella con le scadenze, i figli, i capi etc :)
A giudicare dal grafico qui sotto, qualche buon risultato c’è quindi spero di poter “ringiovanire” almeno qualcun altro :)
Vi aspetto quindi Giovedì 8 Maggio alle 20:00 nel Club.
La macchina del tempo
Durante questi lunghi ponti ho fatto una piccola vacanza in Alsazia e un giorno a Losanna.
C’è stato un momento in particolare che voglio condividere con voi perché credo sia potente e totalmente correlato col topic di questa newsletter.
Nella LIVE di giovedì parlerò di come controllare il passare del tempo per il nostro corpo, ma qui voglio parlare di mente e anima.
Durante il pernotto a Losanna abbiamo preso una casa in collina, sopra il lago… un posto che francamente non avevo capito fosse così.
Era una casa isolata, con un sacco di verde intorno, aveva due stanze con pareti completamente in vetro (e quindi un botto di luce naturale) e in cortile c’erano… capre e conigli!
Le mie bambine erano al 7mo cielo, hanno dato 4kg di erba da mangiare a questi animaletti e continuavano a venire a noi a dire “guarda qua, guarda là…”, insomma, l’excitement tipico dei bambini.
A quel punto ho deciso di “costruire” un momento per ricordarlo in futuro.
C’era un tavolino e ho deciso di fare un tè e godermi quel momento di pace con mia moglie.
Chi è genitore lo sa: avere le bambine che si auto-intrattegono per qualche minuto e ti lasciano in pace è un lusso… ma averle lì davanti, sapere che sono al sicuro e che sono felici… beh, quello credo sia il feeling migliore del mondo.
Ci siamo seduti e abbiamo bevuto il tè, senza telefoni (le foto, in vacanza, le faccio con la reflex così non ho distrazioni) e senza nient’altro che “noi”.
E fin qui in linea di massima ho fatto quello che fanno molti: vivere il momento e poi fotografarlo… andare a vedere le foto in futuro lo farà tornare in mente e aiuterà a rivivere le emozioni che abbiamo vissuto in quel luogo e quel momento.
Ma ho voluto fare di più.
Stavolta ho aperto Day One, una app di journaling che ho usato saltuariamente in passato, e ho scritto come mi sentivo. Non l’ho fatto in quel momento, ma 2 giorni dopo, quando sono tornato a casa.
Ieri ho riletto quello che ho scritto, così di getto, dall’anima alla tastiera… e sono rimasto stupito dell’impatto che leggere quelle parole ha avuto su di me.
Ho scritto poco ma erano cose sincere, senza filtri, e questo processo di rilettura ha amplificato le emozioni che ho provato.
Esatto, non è stato un “semplice” rivivere le emozioni, è stato come riviverle al doppio dell’intensità.
E credo di avere capito il perché.
Quando viviamo un momento, lo viviamo in prima persona. Io ero quello che faceva le foto, che guardava le bimbe, che beveva il tè… vedevo tutto.
Tranne me stesso. Io non ero nell’inquadratura perché ero l’osservatore.
Rileggere quello che ho scritto mi ha fatto sentire un pezzo di quelle emozioni che non avevo provato in quel momento, perché rileggere il mio scritto ha spersonalizzato quelle emozioni e mi ha permesso di oggettivizzarle, e quindi di comprenderle più a fondo e aggiungerle a tutto quello che già era nelle foto.
Non sono un gran journaler, ma credo che mi sforzerò un po’ di più in futuro perché ho avuto un assaggio dei benefici che questa abitudine può dare.
Magari tra qualche mese torno da voi con un aggiornamento :)
Alla fine i sacrifici che facciamo, il lavoro, le trasferte, le fatiche… sono per momenti come questo, quindi dobbiamo costruirli e… aiutare la nostra mente a ricordarli!
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