Benvenuto alla newsletter di Office of Cards, un piccolo aiuto settimanale per aiutarti a vivere meglio e ad essere più produttivo/a.
L’obiettivo di questa newsletter è di condividere con te, nell’inbox quindi lontano dalle tentazioni dei social media, tutto quello che vedo, sento, creo durante la settimana con l’obiettivo di aiutarti a vivere una vita più produttiva e con più soddisfazioni, a lavoro e nella vita privata.
E sopratutto, non voglio affidare ad un algoritmo che non controllo (e che si nutre della tua attenzione, dei tuoi click e del tuo TEMPO) la capacità di avere un dialogo e una relazione con te quindi, se hai ricevuto questa email perché te l’ha girata qualcuno, ISCRIVITI!
Se rispondi a questa email sappi che IO LEGGO TUTTO, ma non è detto che riesca a rispondere a tutti (o comunque non sempre in tempi brevi), porta pazienza.
E ora… sotto coi contenuti!
🤓Il valore dell’impegno
Ci sono un sacco di cose nella vita che hanno valore e “funzionano” solo quando ci mettiamo impegno e dedizione.
Non parlo di “provarci” o di “vediamo come va”. Parlo di IMPEGNO. Parlo di FARE con la convinzione e la determinazione che avremmo se pensassimo che non ci sono alternative a quello che stiamo facendo, se pensassimo che la nostra vita o quella dei nostri cari dipende da quello che stiamo facendo.
Impegno in questo caso significa dare tutto quello che abbiamo tutto i tempo.
Troppo facile pensare che se diamo meno del massimo e portiamo a casa l’80% del risultato vada bene lo stesso. L’approccio di Pareto, che dice che dove mettiamo il 20% dello sforzo otteniamo l’80% del risultato, si applica a diversi ambiti, ma raramente funziona per le cose importanti, le cose di vero valore che possono rendere piene e felici le nostre vite.
Se sei abbastanza affidabile, non sei affidabile.
Se sei abbastanza bravo, non sei bravo.
Se sei spesso coerente e consistente nei tuoi sforzi, non sei coerente e consistente.
La chiave per fare le cose fatte bene è l’impegno. L’impegno non solo ti rende migliore a fare ciò che fai perché ti permette di continuare a farlo, continuare a smussare i piccoli difetti, continuare a spingere anche quando non hai voglia. Ma c’è anche il vantaggio che spesso, quando vediamo uno che si impegna, uno che dà l’anima per qualcosa, ci viene voglia di aiutarlo e di tifare per lui/lei.
Se pensate che il vostro lavoro sia solo timbrare il cartellino, non solo non sarete eccezionali in quello che fate, ma renderete anche molto improbabile che il vostro datore di lavoro investa in voi.
Le relazioni migliori, lavorative o personali, sono quelle in cui entrambe le parti danno tutto, tutto il tempo.
Vi sembra tanto? Vi sembra difficile date tutto quello che avete tutto il tempo? Beh, amici miei, lo è. Questo è il motivo per cui tantissime persone danno meno del massimo, il motivo per cui provano a fare le cose. Il problema è che quando provi e basta, sopratutto se nell’arena in cui combatti c’è quello che dà tutto, sei fritto.
Dare l’anima non significa essere scriteriati e correre una maratona a 30 all’ora. No. Vuol dire essere DETERMINATI a vincere la maratona, il che implica pianificazione degli allenamenti, alimentazione, attrezzatura, studiare il terreno, il meteo, la nostra fisiologia. Vuol dire poi eseguire il piano, allenarsi, fare fatica, sopratutto nei giorni in cui non ce la sentiamo. Vuol dire che il competitor che ci guarda deve avere chiaro in testa che noi non molleremo mai, deve avere paura del nostro impegno, della nostra determinazione. E chi invece sta dalla nostra parte sarà in estasi, sarà ispirato a dare il massimo, riuscirà a fare cose che non credeva possibili grazie al modello che, passivamente, stiamo settando per lui/lei.
Quello che dà il massimo prende sia le opportunità che i risultati quindi la domanda con cui ti lascio oggi è: vuoi essere quello che ci prova, o quello che dà l’anima?
🧠L’importanza di chiedere Feedback per crescere
Come ogni anno, a fine Novembre mando un form alle persone con cui lavoro più a stretto contatto (collaboratori, capi, fornitori, colleghi) chiedendo loro feedback.
Lo faccio perché questo strumento è per me il punto di partenza da cui costruisco il mio piano di crescita per l’anno successivo.
La crescita infatti ha delle parti che interessano a me, possono essere cose che voglio imparare a fare o smettere di fare per cercare di allineare il più possible la persona che sono con quello che voglio essere. E quelle me le gestisco in autonomia perché si basano su ambiti molto personali.
Ci sono però parti che interessano al mondo in cui opero, parti di cui spesso non sono nemmeno consapevole (i famosi blind spots su cui farò un video) sulle quali devo lavorare perché per avere impatto sulle persone non bastano le buone intenzioni, bisogna cercare di entrare in sintonia con le persone con cui lavori per creare un ambiente di dialogo, di rispetto, di fiducia.
Per raccogliere questi input ho creato un modo semplice che spiego in questo video di 5 minuti, lo trovate a questo link.
🎥🎧I contenuti della settimana
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