[Dagli archivi] La paura del dolore amplifica il dolore
Ovvero, perché soffrire tanto quando puoi soffrire poco?
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Perché soffrire tanto quando puoi soffrire poco?
Questa settimana ho dovuto portare mia figlia a fare il tampone in farmacia per poterla poi riportare a scuola ora che il COVID è passato. Quello che è successo mi ha dato modo di riflettere su una cosa che voglio condividere con voi.
La timeline che ha portato all’episodio di lunedì 5 è stata la seguente
lunedì 29 febbre a 40, fatto primo tampone in casa, positivo, ha pianto come una matta dopo che glielo abbiamo fatto
giovedì 1 la portiamo in farmacia per farle il tampone “ufficiale” che ci avrebbe permesso, potenzialmente, di portarla a scuola lunedì 5. Qui si è lamentata e ha pianto ma l’ha fatto, ovviamente positivo, e l’ho riportata a casa
A questo punto le spiego che “se fai la brava il virus passa, andiamo a fare il tampone lunedì e potrai andare a scuola” e lei, da quel momento, più o meno ogni mezz’ora per i 4 giorni successivi, mi ha dato una versione del “ma io non voglio fare il tampone, mi fa male”.
Arriva lunedì mattina, prepariamo lo zaino, ci vestiamo per la scuola carichi di speranze e le dico “ora andiamo a fare il tampone e se è negativo ti porto a scuola”. In quel momento ho visto la sua FISIOLOGIA CAMBIARE. Si stava lamentando come aveva fatto nei 4 giorni precedenti ma ora c’era qualcosa in più… tremava e metteva le mani davanti al naso.
Quindi, cosa stava succedendo? Semplice: il suo cervello, macchina meravigliosa, le stava facendo RIVIVERE il dolore del tampone facendole percepire la sensazioni negative che aveva provato quando l’aveva fatto.
Ovviamente il viaggio in auto è stato un continuo “non voglio” e quando siamo arrivati ho dovuto fisicamente bloccarle mani e faccia (non chiamate il telefono azzurro, vi prego) per riuscire a fare questo benedetto tampone… ahimè ancora positivo.
Ma qual è la lezione in tutto questo?
Arya ha appreso che una cosa le faceva male, e questo capita a tutti noi tutti i giorni.
Arya ha DECISO (a 5 anni scarsi non è una decisione consapevole ma sempre di decisione di tratta) di focalizzarsi su quel dolore per 4 giorni facendo impressionare nel suo cervello la negatività di quell’evento.
Nella mezz’ora fino alla farmacia era come se avesse un tampone ficcato nel naso.
In farmacia aveva il body language di Gollum quando gli orchi lo torturano.
Il tutto per un’operazione di 3 secondi (li ho contati, erano 3).
4 giorni tristi, mezz’ora di sofferenza, 15 secondi di shock per 3 secondi di operazione.
Quante volte noi, che abbiamo qualche anno in più, facciamo come Arya e SCEGLIAMO di focalizzarci su una cosa negativa e permettiamo a questo focus di farci sentire male? Che sia consapevole o no, quella di mettere enfasi su cose negative nella nostra mente, dando quindi modo al nostro cervello di farci rivivere il dolore migliaia di volte e quindi, in totale, un dolore molto maggiore, è una scelta e dobbiamo imparare a fare 2 cose: 1- accorgerci che lo stiamo facendo e 2- imparare a non farlo.
La settimana prossima ti parlo di come faccio io, per ora lascio sedimentare questa riflessione e ti invito a pensare alla tua versione di quello che è successo ad Arya.
🧘♂️Mind
In questa sezione condivido invece le cose che sto facendo per nutrire la mia mente
🎧Podcast
Ti avevo promesso un approfondimento sui podcast di Acquired che preferisco, ed eccolo qui :)
Allora, la doverosa premessa è che sono episodi “atipici” rispetto allo standard di questo podcast che normalmente si concentra su storie di aziende nel mondo tech. Sono forse più simili ad un episodio di Office of Cards, perché parlano di storie di persone, che delle aziende che ruotano intorno a loro. E sono ricchi di spunti e stimoli che aiutano a capire come alcuni “mostri sacri” o “casi di successo”, che noi oggi diamo per scontati e inarrivabili, in realtà siano partiti dal niente pochi anni fa, non sono sempre stati IMMENSI come lo sono ora e, sopratutto, che sono arrivati dove sono dopo mille problemi.
Il punto non è quante volte cadi, ma sapersi rialzare sempre una volta in più di quante volte sei caduto! E aggiungo, un altro punto è capire perché sei caduto la volta prima così da evitare di fare gli stessi errori e cadere per lo stesso motivo.
I link sono di Apple Podcast, se usi Spotify questo è il link per il podcast, basta poi cercare i singoli episodi
Taylor Swift. Ti dico solo che prima di questo episodio conoscevo solo una sua canzone, ora ne ho 5 in rotazione pesante nelle mie playlist. Motivo? Le melodie sono orecchiabili ma, sopratutto, i TESTI SONO EPICI. Ascoltare All Too Well (10 min) per credere (e leggete il testo se non capite quando canta).
The NBA. Il basket può piacere o non piacere, ma la NBA oggi è davvero uno spettacolo sportivo appassionante. E non è sempre stato così. Fino agli anni 80 era lo sport MENO SEGUITO in America, pieno di droga, risse, razzismo… e ora invece è tra i più seguiti al mondo con un giro d’affari di diversi miliardi di dollari. Nell’episodio capiamo come è stato possibile e, sopratutto, CHI ha reso possibile questo cambio di passo davvero incredibile, e COME ha fatto.
NVIDIA. Forse definibile “segreto sotto gli occhi di tutti”, io usavo le schede video NVIDIA quando andavo al liceo… ma la storia di quest’azienda che per 3 volte ha rischiato di andare in bancarotta e di come ha saputo reinventarsi è davvero interessante. La dividono in due parti, nella prima si parla della fase in cui l’azienda puntava solo sulla grafica, nella seconda di Artificial Intelligence e Machine Learning (ovvero il loro core business oggi).
Avevo detto che ve ne avrei condivise 5 ma mi fermo a 4 e capirete perché tra un secondo. La quarta infatti è la mini-serie (3 episodi da 2h l’uno) su Berkshire Hathaway (parte 1, parte 2, parte 3), una società tessile fondata nel New England nel 1839… e poi diventata l’oggetto con cui Warren Buffett è diventato l’uomo più ricco del mondo (o tra i primi 3 a seconda di quando leggete). Una storia da film, ricca di spunti di business, di relazioni… sto pensando di farla in Italiano con Luca Lixi se vi interessa… anzi, vota qui sotto così magari lo convinco a furor di popolo!
La cosa bella è che poi quel podcast l’ho fatto!!!! Lo trovate qui.
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Ho due bambini piccoli e capisco benissimo cosa significa "paura non reale". Spesso l'abbiamo anche noi adulti, ci costruiamo mille paranoie per poi scoprire che erano inutili. Io ci casco sempre per questo mi sono dato una regola: togliersi subito il dente. Fallo subito, combatti la paura con l'azione, così evito di crearmi ansie.